Casa di Belmondo

Spazio ibrido polifunzionale a finalità
educative e culturali indipendenti.

Cantiere di comunità

L’edizione 2019 di Crossings ha segnato l’avvio di Casa di Belmondo come luogo permanente per il lavoro di “Le Seppie”.  Il progetto è stato sviluppato dal collettivo di architettura Orizzontale insieme a diversi esperti nei settori comunicazione, marketing, arte, musica, design e teatro, ma anche accademici, studenti, migranti e la comunità locale.

Lo sviluppo di Belmonte Calabro

Nella prima settimana di lavoro il gruppo de ‘Le seppie’ ha sviluppato e definito una visione strategica del futuro sviluppo di Belmonte Calabro pensando a un luogo come punto di incontro del progetto, ha avviato la costruzione di un nuovo spazio per ospitare le attività della comunità temporanea nascente che si unisce a quella permanente.

Il primo piano dell’edificio è stato trasformato in uno spazio per accogliere la fabbrica di idee, ricerca e sperimentazione con interventi architettonici minimi basati sulla costruzione di pavimenti in legno e travertino e alla disposizione di alcuni mobili.

Il Progetto Casa di Belmondo

Il tema principale del progetto ruota attorno al concetto di “sale collaborative“, un termine più comunemente noto negli ambienti di uffici cooperativi come spazi per rilassarsi,  raggruppare e generare idee.

Il progetto di riattivazione della Casa di Belmondo è un progetto continuo e tornerà nei prossimi anni con l’obiettivo di rendere l’ambiente funzionale mentre viene vissuto.

Il progetto è aperto a tutti, è destinato a far parte del contesto urbano permanente di attività culturali, artistiche e sociali e parte di un programma di educazione non convenzionale.

Participaction

La costruzione di nuovi spazi ad uso pubblico, l’intervento temporaneo, il recupero del patrimonio cittadino e della memoria del luogo sono solo alcuni degli obiettivi del progetto BelMondo che nasce dalla volontà di dare forma concreta all’idea di un luogo aperto a tutti, inclusivo e in costante trasformazione culturale e sociale.

Vediamo e sperimentiamo nella partecipazione durante il lavoro quotidiano lo strumento utile nei processi di trasformazione urbana, perché ha la capacità di ridurre il divario tra tecnici progettisti e cittadini utenti e unirne le forze verso un obiettivo comune. Notiamo come l’incentivare la partecipazione spesso velocizzi la definizione di soluzioni utili al contesto urbano di riferimento e l’inclusione del progetto nelle abitudini quotidiane di un luogo e della sua comunità.

Nel caso di Belmonte Calabro ci siamo resi conto che la situazione del contesto in cui si sviluppava l’uso dello spazio pubblico è il risultato delle evoluzioni sociali di un tipico borgo del Tirreno cosentino soggetto al problema dello spopolamento.

In questo particolare contesto, dopo due anni in cui si è cercato, attraverso vari metodi e progetti, di coinvolgere la popolazione in un modo più attivo e diretto, abbiamo capito che la strategia più efficace da adottare fosse dare l’esempio, cercare l’interesse nell’interesse.

Così con impegno e lavoro, uniti al costante ascolto della comunità, abbiamo portato a Belmonte una nuova visione del paese puntando e contribuendo a far cambiare la percezione delle persone nel luogo in cui sono nati e vivono quotidianamente.

 

L’azione artistica di Crossings

ha fornito l’energia necessaria a stimolare il ritrovato interesse all’interno dell’opinione pubblica ristretta del paese che negli anni è andata sempre più crescendo.

Nell’ultimo capitolo, avvenuto durante Crossings 2019 nel mese di Luglio, grazie alla ristrutturazione di tre stanze del primo piano dell’ex Casa delle monache, trasformato nella “Casa Belmondo”, la partecipazione da parte dei cittadini è diventata particolarmente viva e visibile. Le persone con conoscenze, saperi, capacità e soprattutto tempo, hanno deciso di condividerle con Le Seppie all’interno del cantiere creativo della Casa.

Lavorando fianco a fianco nella costruzione di un bene comune, abbiamo trovato soluzioni e creato nuove relazioni. Il lavoro artistico si trasforma finalmente in esperienza di uso ritrovato di uno spazio. L’azione è diventata l’energia alla base per rafforzare il legame con la cittadinanza che si sente con noi al contempo tutore e gestore di questi spazi ritrovati.

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