workshops a.a. 2019-20

Convivialitá

Lo sviluppo del Tool Kit

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Glocal Tools

Crossings Special Edition:
10-20 Luglio 2020

Un evento svoltosi con un ristretto gruppo di partecipanti suddivisi in tre gruppi di lavoro: teoria, comunicazione e costruzione. Il percorso, in continuità con gli eventi e il workshop di Febbraio, si è focalizzato sulla tematica: gli strumenti per il convivio, argomento avvertito ancor di più per le privazioni imposte dalle attuali cause di necessità dovute alla pandemia.

LMU Mudchute Satellite

Workshop di auto-costruzione, Febbraio 2020

Workshop di costruzione della London Metropolitan University, Mudchute Satellite coordinata insieme al collettivo Orizzontale con l’obiettivo di continuare a lavorare sulla riattivazione della Casa di Belmondo. Gli studenti, i tutor insieme al collettivo e a due migranti ospiti in uno dei centri gestiti della Cooperativa Delfino, hanno costruito un vano tecnico su una delle terrazze della Casa che dovrà ospitare un forno a legna. 

Unbreaded Vol.1: Floor00

Simposio, Dicembre 2019

UnBreaded è una rassegna dedicata al pane. Perché il pane?

Il pane è simbolo di unione, contiene molti grani in una sola sostanza così come le prime tribù che si formano: diversi individui che condividono gli stessi valori. Sarà un modo per ricercare la pasta originaria della nostra nuova comunità.

UNIT6 & Studio3 Field Trip

Viaggio accademico, Novembre 2019

Il progetto di quest’anno si basa sulla precedente ricerca di Studio 3: Re-immaginando il Campus e Terre Industriali. Si concentra su un progetto in un contesto reale, dedicando la sua energia alla progettazione di uno scambio di competenze per il borgo medievale di Belmonte Calabro, guidando lo sviluppo del design in tre fasi: iterazioni, inserzioni e alterazioni.

Academy
not Academy

Un esperimento di educazione non formale

 

Un luogo fisico (la Casa di BelMondo a Belmonte) e non-fisico (mondo virtuale – BelMondo) di produzione, elaborazione e trasmissione di idee, processi, eventi, laboratori, seminari in cui poter condurre esperimenti sulla relazione tra uomo, natura, arte e tecnologia.

Un spazio capace di generare nuove forme di produzione e di formazione: una accademia, o meglio una “non-accademia”.

I confini che delineano il contesto entro cui si intende agire sono determinati dalla domanda sociale, sempre più incalzante, rivolta ad affrontare le problematiche conseguenti agli effetti della globalizzazione a partire dalla necessità di stabilire un equilibrato sistema ecologico/naturale e più avanzati livelli di giustizia sociale.

Un momento educativo allargato che avrebbe moltiplicato l’esperienza lasciando aperti gli sviluppi

I confini che delineano il contesto entro cui si intende agire sono determinati dalla domanda sociale, sempre più incalzante, rivolta ad affrontare le problematiche conseguenti agli effetti della globalizzazione a partire dalla necessità di stabilire un equilibrato sistema ecologico/naturale e più avanzati livelli di giustizia sociale.

L’esperienza che si va svolgendo in Calabria, nel territorio di Belmonte Calabro, è venuta progressivamente configurandosi, attraverso le annuali edizioni di Crossings (2016-2019), come un intreccio di attività che hanno, di fatto, generato un insieme di laboratori e momenti di incontro e scambi culturali tra diversi stakeholders.

“…Mi piacerebbe trovare un posto dove provare, insieme, a fare cose con le mani o con le macchine, in qualunque modo, non come boy scout e neanche come artigiani e neppure come operai e ancora meno come artisti, ma come uomini con braccia, gambe, mani, piedi, peli, sesso, saliva, occhi, respiro e farle, non certo per noi e neanche per darle agli altri, ma per provare come si fa a fare cose… Si potra’ provare?” Ettore Sottsass Jr “C’E’ un posto dove provare” , Casabella 377 – 1973

Banchetto Medievale, Autore Sconosciuto

L’obiettivo è voler promuovere, prima ancora che un metodo pedagogico, un approccio partecipativo affinché si potessero esprimere performance e forme sperimentali, concettuali ma non ideologiche, di una diversa dimensione della Architettura. In questa dimensione l’architetto sperimenta forme di rigenerazione urbana e sociale in aree interne e in centri storici, intesi come oggetto di progettazione per il riutilizzo di spazi, edifici e luoghi. Inoltre, è destinato a indurre gli abitanti storici e quelli dei nuovi insediamenti ad una maggiore conoscenza del territorio e una maggiore consapevolezza del valore del patrimonio culturale, storico e identitario.