Marzo 2021, Belmonte Calabro
Cantiere Domestico
La fine della costruzione del primo piano della Casa di BelMondo.
Progetto di Orizzontale, realizzato grazie ai fondi raccolti su Eppela
In partenariato con il Comune di Belmonte Calabro
L’unico evento è il cantiere stesso.
Rispetto ai soliti appuntamenti che La Rivoluzione delle Seppie organizza a Belmonte Calabro, quest’anno il gruppo di lavoro si è concentrato principalmente sullo sviluppo del cantiere per finire di costruire il primo piano della Casa di BelMondo. In questo modo l’unico evento quindi diventa il cantiere stesso.
Le persone che partecipano, sia i professionisti sia gli artigiani locali sia partecipanti esterni, non solo collaborano sul lato tecnico e sullo sviluppo dei lavori, ma iniziano a vivere questo cantiere come un luogo di incontro e di vita domestica.
Il “cantiere domestico”per BelMondo è la parola chiave che descrive tutto il processo di costruzione della Casa. L’atto fondativo di Belmondo è stato la costruzione di una sedia: un prototipo che anno per anno ha aumentato di scala diventando prima una stanza (della Biblioteca comunale) e poi la Casa. La sedia come principio insediativo, fondativo ma mobile. La sua interscalabilità è direttamente proporzionale all’impatto culturale e sociale sul territorio. Una sedia che rappresentasse la comunità in crescita, andando a costruire in piccoli pezzi quella che è la Casa.
Layer Zero
Nell’intervento dell’anno scorso, Orizzontale aveva predisposto un Layer Zero. Una sorta di foglio bianco, dove poi le persone che abitano la casa possono sovrascrivere di usi e bisogni, che l’architetto poi raccoglie e traduce nelle fasi progettuale e di intervento durante i cantieri.
Vivere e abitare il cantiere genera un legame molto forte con il luogo che sta nascendo, oltre che accelerare i flussi di relazione durante il cantiere stesso. Il fatto che si abita lo spazio in divenire, e quindi, in un certo senso come vederlo crescere e partecipare anche alla sua crescita.
Cantiere
Domestico
È una opportunità da utilizzare per instaurare un processo di comunicazione continua fra architetti, collaboratori, committenti, comunità locale, rendendo il cantiere un evento “ordinario” grazie al quale far conoscere a tutti coloro che vivono sul territorio interessato ciò che si sta realizzando e le sue finalità, trasformando il cantiere in uno strumento di comunicazione al servizio dell’ambiente e della collettività.
Attraverso un progetto empirico si riesce a creare qualcosa che dà molta soddisfazione e soprattutto fa sentire ognuno parte di un progetto collettivo. Tutti lavorano insieme come una comunità, si impara lavorando insieme e insieme si mangia, si ride, si cucina e si fanno le pulizie. Per un tempo limitato si vive quel posto come se fosse la propria Casa, piantando cosi un seme che si spera possa crescere con il constante ritorno di ognuno. Una sorta di Heimat, in quanto si crea un alto potenziale affettivo e intimità, come ricordo e sensazione di appartenenza a un luogo.
Mettere insieme comunità locale e giovani studenti e professionisti nomadi significa mettersi in discussione, sperimentare nuovi approcci, cambiare punto di vista, stare in ascolto perché, come scrive Calvino, “le città come i sogni sono costruiti di desideri e di paure, […] e ogni cosa ne nasconde un’altra”. Il South Learning è anche questo, essere sempre in continua ricerca.
A semester in Belmonte
Le foto della settimana di workshop
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