15-21 Luglio 2019, Belmonte Calabro

Crossings

La nascita di BelMondo

Con il patrocinio del Comune di Belmonte Calabro; in collaborazione con Orizzontale, Ex Convento e la London Metropolitan University
Con Landscape in_Progress, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Belmonte in Rete, Barbara Cammarata, Analogique, Centro di Solidarieta “il Delfino”, SPRAR San Pietro in Amantea, migranti ospiti alla Ninfa Marina di Amantea, Accademia delle Belle Arti di Catania, Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, Daccapo Agency

Spazi infiniti: architettura viva

Durante Crossings 2019 sono stati proposti tre workshops: Design e Autocostruzione, Comunicazione visiva e Marketing creativo, Arte e teatro. L’obiettivo di tutti i laboratori consiste nel creare un programma a lungo termine, concentrandosi sulla riattivazione della ex Casa delle Monache, cosi da completare ogni anno questo frammento del villaggio, ora designato per uso didattico.
“Ognuno di questi esperimenti è la creazione di ciò che Alberto Magnaghi ha definito“la coscienza di un luogo”: promuovendo la cittadinanza attiva, reti civiche e forme di autogestione di proprietà comune, in grado di creare ricchezza sostenibile in tutte le parti del mondo ”  AA.VV. Infinite Places (Lieux Infinis), Constructing Buildings Or Places_(Publisher Editions B42, Parigi 2018)

Dalla strada d’accesso del borgo, che si arrampica sulle pendici del Monte Cocuzzo, si arriva in centro al paese dove sono presenti il palazzo comunale e le poste.Percorrendo Via 4 Novembre, che attraversa il borgo verso est, si incontra Piazza di Tarsia che ospita la chiesa funzionante e il palazzo della biblioteca comunale, fino ad arrivare alla Piazza Senatore del Giudice, dove si può ammirare il Palazzo di Bonaventura Barone per poi continuare fino alla Chiesa del Purgatorio. Di fianco la chiesa, è situato l’ex Convento delle Monache, che oltre aver ospitato per alcuni anni la sede del municipio, ha avuto,qualche anno fa, una ristrutturazione per diventare Casa delle Culture, rimasta incompiuta.

Dopo le sperimentazioni e le installazioni operate nel palazzo della biblioteca comunale, oggi è proprio l’edificio dell’ex-Casa delle Monache- previamente destinato alla Casa della cultura – a diventare il soggetto di interesse delle attività delle Seppie. Protagonisti, come sempre, sono un gruppo di studenti e giovani professionisti locali ed internazionali che lavorano con la comunità locale e i migranti.

Questi luoghi sono come una specie di osservatori socio-politici, situati al centro del processo di trasformazione sociale. Rappresentano un vero “analizzatore”.Sperimentando, adattando,pensando, aprendosi a nuove possibilita’ e provandole,mostrano altre realta’. AA.VV. Infinite Places (Lieux Infinis), Constructing Buildings Or Places_(Publisher Editions B42, Parigi 2018)
Stato di fatto della casa
Stato di fatto della casa

Cantiere Creativo

L’obiettivo è di approcciare questa opera incompiuta di ristrutturazione edilizia,come un cantiere creativo che si espande per l’intero borgo, così da rendere progressivamente funzionali alcuni dei suoi spazi – per finalità sociali e culturali – e il suo posizionamento per lo sviluppo urbano.

Da un lato si vuole condividere discipline,risorse, cultura e sapere per migliorare la qualità di vita con un occhio verso l’innovazione, dall’altro si vuole apprendere e migliorare le capacità necessarie per arricchire il contesto in cui si vive aumentando la produttività del gruppo e degli agenti attivi locali.i vuole creare uno spazio urbano permanente di attività culturali, artistiche e sociali di ‘formazione non convenzionale’con l’obiettivo di promuovere l’integrazione e lo sviluppo del territorio, collegando vecchi e nuovi abitanti per riflettere su come la ricerca, l’architettura,il design, l’arte e la comunicazione possano essere utilizzati per migliorare il tessuto urbano condiviso delle comunità rurali.

Non solo in modo da promuoverle e trasformarle in attrazioni turistico-culturali, ma anche per valorizzarne l’autonomia e indipendenza dell’organizzazione organica della vita locale. Creare,da un’estremità all’altra di Via 4 Novembre, due poli culturali uniti nella ex casa delle monache (considerata come una fabbrica di idee) e nella biblioteca.

Spazio ibrido

Un’architettura viva, che riesce ad accogliere l’inaspettato, a offrire spazi liberi, ad integrare usi non programmati e consentire l’appropriazione popolare grazie a un’energia collettiva e ai desideri comuni

Definire una nuova vision

Si è posto le basi per sviluppare, nei prossimi anni, una vision più completa di questo nuovo sistema socio-culturale-economico che rispecchi le necessità della due comunità, sia locale sia mutevole di Belmonte Calabro- partendo dall’urbanistica – per la programmazione e lo sviluppo della ex Casa delle Monache, degli edifici del borgo e degli agenti locali.

Identificare una chiara mission

L’obiettivo è  collaborare per creare una azione collettiva che rispecchi i valori culturali della comunità. Comunicando questi,partendo dal locale per il globale; creando nuove relazioni con stakeholders e partnerships con altri progetti nazionali ed internazionali.

Infine, proseguendo le esperienze degli anni passati,l’antropologia, il teatro, l’arte e la musica hanno continuato ad essere strumento per il coinvolgimento attivo e la integrazione  tra culture con diversi valori sociali;durante la permanenza in loco, ogni giorno il borgo è stato popolato da eventi musicali e teatrali che hanno agito come veicoli per trasmettere questa diversità e ricchezza.

Continuando a scoprire nel dettaglio la realtà esistente e con le esperienze delle edizioni passate, Crossings 2019, è stato il trampolino di lancio per lo sviluppo di visioni originali della paese e del paesaggio attraverso la creazione di Belmondo.

Belmondo è un progetto incrementale che ha l’obiettivo costruire un nuovo futuro per queste aree e diventare un modello sostenibile e replicabile. Tutto questo grazie ad un gruppo di persone con background multidisciplinari che hanno collaborato per ideare il futuro socio/culturale/economico del borgo e che in maniera attiva hanno partecipato alla settimana di Crossings: aperti a creare una connessione con il luogo e la sua comunità. In questo contesto, si è attivato uno scambio di competenze, raggiungendo, così, una sinergia che è andata aldilà della settimana di workshop e eventi.

In questo modo si intende stimolare la affermazione di una nuova visione per la crescita di Belmonte Calabro come degli altri borghi antichi calabresi.

Inizio dei lavori al cantiere
Collaborazione al cantiere durante crossings
Collaborazione al cantiere durante crossings
Collaborazione al cantiere durante crossings
Assemblaggio dell'impianto elettrico
Realizzazione delle strutture d'arredo
Brainstorming sulla realizzazione delle strutture
Realizzazione delle strutture
Costruzione degli arredi durante il workshop
Costruzione della pavimentazione
Costruzione dei pavimenti durante il workshop
Talk con Accademia delle nuove tecnologie di Napoli

Casa di BelMondo

Leggi di più sul progetto di Orizzontale e Le Seppie

Il progetto è aperto a tutti, è destinato a far parte del contesto urbano permanente di attività culturali, artistiche e sociali e parte di un programma di educazione non convenzionale.

Fan-zine

Il progetto nasce in concomitanza con il workshop di Visual Communication di Crossings 2019, l’intento iniziale è quello di partire dall’ascolto visivo del luogo Bemonte,per poi esaminare tramite keyword raccolte e discusse attorno ad un tavolo di lavoro la giusta componete e i valori di una nuova comunità.
È stato un processo travolgente in cui persone di diversa cultura e provenienza si sono ispirate a vicenda e hanno creato un’energia magica che è difficile da rappresentare appieno attraverso immagini e testo.
Quali sono le principali reazioni/esperienze dovute allo spopolamento rurale e alle migrazioni Mediterranee? Quali sono i valori culturali su cui si può articolare un discorso visivo? Come si può migliorare il tessuto urbano socio-culturale?

Assieme a studenti di altre discipline, questa sezione del workshop ha dato l’opportunità di focalizzarsi nel lato contenutistico della comunicazione, partendo da momenti di condivisione e di arricchimento multiculturale sia dai locali che da migranti (sia da nord che da sud) in una trasfusione di culture. Le domande da porsi sono: Cosa si vuole dire? E come scrivo il messaggio? Messaggio (e cultura), Lettere (e immagini).

Per 8 giorni gli eventi, i progetti, ma anche gli spettacoli e il cibo targati Crossings hanno attraversato il centro storico di Belmonte: studenti provenienti da diversi Paesi, professionisti, rifugiati, architetti e accademici, insieme agli abitanti di Belmonte, hanno sperimentato una nuova dimensione comunicativa.
Investigazioni nel paese durante il workshop
Incontri a Belmonte durante il workshop crossings
Studente durante il workshop di comunicazione
Interazione con abitanti locali a Belmonte
Presentazione di Matteo e Francesca durante il workshop
Creazione di schizzi durante i primi giorni
Presentazione del video pensato

INK36

Leggi di più sul progetto e la fanzine iniziata al workshop

Migranti, accademici, professionisti, giovani locali collaborano e condividono le loro idee su Belmonte, sulla Calabria e sulla società in cui viviamo, ma principalmente hanno condiviso le loro abilità e sogni.

Give me your roots

Spopolamento, migrazione, rigenerazione urbana sono tutti termini che nell’ultimo decennio hanno quotidianamente occupato un posto determinante nei diversi settori: politico, economico, sociale, architettonico e artistico.

Siamo visivamente bombardati da immagini e da interventi artistici che mirano ad un miglioramento del contesto socio-urbano, ma quanto realmente queste operazioni sono state determinanti nel cambiamento e nel miglioramento di un territorio?

L’intento di questa residenza è quello di mettere in primo luogo gli studenti in una posizione di ascolto e di analisi e di mantenere un atteggiamento critico nei confronti del ruolo dell’arte. 

Creare valore nella ricerca del passato

Il lavoro svolto durante Crossings, aiuta ad interrogarsi su come la ricerca, la progettazione e le tecnologie possono essere utilizzate per migliorare il tessuto culturale e sociale delle comunità rurali.

L’obiettivo principale è dare ai vecchi e nuovi abitanti, una maggiore consapevolezza del territorio e del suo patrimonio culturale, sperimentando azioni innovative che affrontino lo spopolamento dei cosiddetti “villaggi minori”, progettando strutture per queste aree, che valorizzino le differenze culturali per favorire le conversazioni e gli scambi tra le diverse comunità culturali e generazionali.

Per 8 giorni gli eventi, i progetti, ma anche gli spettacoli e il cibo  targati Crossings hanno attraversato il centro storico di Belmonte: studenti provenienti da diversi Paesi, professionisti, rifugiati, architetti e accademici, insieme agli abitanti di Belmonte, hanno sperimentato una nuova idea di condivisione, di attraversamento e ripensamento degli spazi e luoghi del centro storico.
Brainstorming e lavoro assieme alla comunità in una piazza a belmonte
Giornata al workshop della bandiera
Realizzazione della bandiera durante il workshop
Realizzazione della bandiera da studenti
Giornata al workshop di arte con Barbara Cammarata
Dettaglio della bandiera creata durante il workshop
Installazione della bandiera durante il workshop

Galleria

Le foto della settimana di workshop

Rivivi e scopri i momenti passati al workshop. In particolare le attività, le esperienze e i luoghi visitati nella settimana di laboratorio creativo sociale a Belmonte Calabro.

Tutor in visita:

Jane McAllister

Jane McAllister

Jane McAllister è architetto e accademico a tempo pieno in qualità di capo corso per l’architettura BA presso la Facoltà di arte, architettura e design della London Metropolitan University di Sir John Cass. Negli ultimi anni è stata coautrice del processo di progettazione architettonica e dello sviluppo per il progetto City Farm che è diventato oggetto del suo dottorato di ricerca per progetto.

I suoi interessi teorici sono nel ruolo del mito come parte della memoria culturale e di come si manifesta come ornamento negli edifici. Insegna anche la pratica professionale e ha lavorato in collaborazione e ha pubblicato numerosi progetti visivi, scritti e progetti di costruzione tra cui “The Politics of Making 2007. In precedenza era docente alla Oxford Brookes University, dove insegnava studi di progettazione a livello di UG e PG ed era ricercatrice presso la Westminster University.

Sandra Denicke-Polcher

Sandra Denicke-Polcher

Sandra Denicke-Polcher è vicedirettore presso la London Met’s School of Architecture dal 2013 e dal 2000 insegna Live Projects Studio 3 a London Met. Dal 2000 è coordinatrice di corsi aziendali e corsi brevi per la School of Architecture. Collegamenti internazionali della scuola con MARZO a Mosca e per il programma del Brasile a San Paolo.

Sandra si è laureata con il Dipl.-Ing. alla TU Berlin nel 2000 e con il Diploma AA alla Architectural Association School of Architecture nel 1998. Ha studiato a Berlino, Lione e Londra. Attraverso l’insegnamento, Sandra esplora le opportunità e le sfide di impegnarsi con progetti dal vivo come parte dell’educazione architettonica basata sull’università. Con un’enfasi su progetti pubblici, avviati da studenti e tutor, il suo lavoro identifica le complesse relazioni tra educazione architettonica e pratica. I progetti live includono Made in Hayes, The Aldgate Project, Outdoor Stage a Kronberg, Germania e altri. La sua ricerca sulla pedagogia è evidente attraverso contributi regolari a conferenze e pubblicazioni.

Sandra è stato membro del panel interno ed esterno per le convalide dei corsi, nonché membro della giuria in concorsi internazionali. I suoi ruoli passati a London Met includono il responsabile del corso per il Diploma professionale in architettura (parte 2) e il responsabile del corso per architettura BA (Hons) (parte 1). È stata anche leader del modulo per vari moduli universitari presso la School of Architecture.

In pratica privata Sandra è socio fondatore di Studio 3 – Architecture + Urbanism e di opere pubbliche. I suoi progetti includono il progetto di riqualificazione urbana presso il Waterfront di Geesthacht, in Germania, dal 1999 al 2005 (assegnato il primo premio per l’edilizia esemplare nel regno pubblico, Germania). Ha lavorato a progetti nel Regno Unito, in Germania e in Iran (UN Habitat, Nairobi).

Orizzontale

Orizzontale

Orizzontale è un collettivo di architetti con sede a Roma, il cui lavoro attraversa i campi dell’architettura, dell’urbanistica, dell’arte pubblica e della pratica fai-da-te. Orizzontale dal 2010 promuove progetti di spazi relazionali comuni, dando forma a immagini della città respinte e invisibili. Questi progetti hanno rappresentato il terreno per sperimentare nuovi tipi di interazioni collaborative tra abitanti delle città e beni comuni urbani, nonché occasioni per testare i confini del processo di creazione architettonica. Orizzontale ha sviluppato progetti in Italia, Spagna, Germania, Austria, Grecia, Ucraina, Portogallo. “8 ½”, il teatro mobile progettato da orizzontale nel 2014, è stato insignito del premio internazionale Young Young Architects Program (“YAP MAXXI 2014”) dal MAXXI Museum e dal MoMA PS1.
Marina Tornatora

Marina Tornatora

Architetto e ricercatrice presso il Dipartimento di Architettura e Territorio – d’Arte – dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è membro del Collegio dei Dottorati e responsabile delle relazioni internazionali. Il fulcro delle sue attività teoriche, progettuali e didattiche è il rapporto tra città, paesaggio e architettura.

La continuità nel campo della ricerca, del design e delle attività didattiche è evidente attraverso le sue numerose pubblicazioni, mostre curate, nonché gli interventi in seminari, conferenze e seminari nazionali e internazionali che ha anche sviluppato all’interno del Laboratorio di ricerca Landscape_inProgress (L_inP) fondata nel 2014 da Ottavio Amaro e Marina Tornatora.

Barbara Cammarata

Barbara Cammarata

Barbara Cammarata è un’artista visiva contemporanea, vive e lavora in Italia. La sua produzione come artista contemporaneo mostra un interesse speciale per il concetto di identità di gruppo e culturale, nelle sue installazioni, ad esempio, analizza e guarda l’identità di un oggetto / soggetto applicando modifiche e innescando un processo in cambiamento, attraverso il quale è possibile rileggere l’oggetto in questione offre allo spettatore una varietà di interpretazioni e la capacità di interagire, mettendo in discussione le percezioni della comprensione comune.

La sua indagine ha immediatezza visiva e un’attenta ricerca. Usa una varietà di media e metodologie: installazioni, video, fotografia, dipinti e disegni. La sua esperienza risiede in progetti di rigenerazione sociale / urbana e innovazione sociale, attualmente collabora con vari progetti tra cui Polline, Farm Cultural Park, Gangcity a DIST project del Politecnico di Torino e Dimora Oz.

Eventi

Scopri le talk e concerti tenuti durante il workshop

Sono stati discussi i temi affrontati durante la settimana e i piani che si sono definiti assieme durante il laboratorio. I video sono il migliore modo per entrare nel vivo dell’esperienza di Crossings.

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