7-14 Gennaio 2019, Belmonte Calabro
Residenzy:
J. Borberg
Seconda residenza artistica con l’architetto Norvegiese Jon Borberg
con il patrocinio del Comune di Amantea
Con Landscape_inProgress, Università Mediterranea di Reggio Calabria, NTNU Norwegian University of Science and Technology
Considerazioni di Jon Borberg
Dall’inizio del 21 ° secolo, la gestione dell’immigrazione e dei rifugiati è stata una delle maggiori questioni politiche in Occidente. All’interno del segmento architettonico, ha aperto grossi domande, interessando sia la pianificazione urbana che la costruzione di istituzioni e case singole.
Nel 2016, una mia ex compagna di studi, Rita Elvira Adamo, ha avviato insieme ad altri colleghi un progetto di architettura sociale e partecipata, La Rivoluzione delle Seppie.
Rita mi disse che questa era uno dei tanti progetti e approcci alternativi che la regione del Sud Italia aveva verso l’immigrazione e mi raccontò di come una povera regione italiana si era aperta agli stranieri.
Ho iniziato a leggere sulla storia della regione e sullo sviluppo che aveva avuto luogo in Calabria, ad esempio, come a Riace, una piccola città della Calabria, dove ai rifugiati e agli immigrati veniva offerta la proprietà di una casa e supportati da dei processi di integrazione grazie al sistema nazionale SPRAR.
Scoprendo queste realtà, ho ritenuto che la regione Calabria possa essere considerata un simbolo speciale di apertura, comunità, inclusione e storia delle migrazioni.
Storia:
Sono partito il 7 Gennaio per la Calabria cosi per esplorare e toccare con mano le realtà di cui mi ero informato solo attraverso il web, nonché per intervistare le autorità, la gente del posto e migranti. Non tutti i migranti ricevono asilo, lavoro e una casa da restaurare.
Alcuni finiscono in tendopoli gestite dallo stato e altri finiscono in tendopoli “illegali”. Ho visitato sia il legale che l’illegale e ho parlato con rifugiati e immigrati.
L’obiettivo del viaggio, oltre a farsi un’impressione personale del luogo, era creare un brief per il mio progetto di tesi di laurea. Cosi in base a quello che ho visitato e all’esperienza su campo delle Seppie ho deciso di proporre are una casa di comunità in cui i cittadini della città e i nuovi arrivati potessero incontrarsi.
Trama:
Il programma per questo progetti si basa su un programma esistente trovato nel paese di Camini, a Reggio Calabria. Camini ha 300 cittadini di cui 180 rifugiati. In altre parole, il 60% dei cittadini della città sono migranti.
Scambio interculturale:
Il programma si basa sul fatto che i cittadini e i richiedenti di asilo che vivono nel paese hanno fornito e ricevuto formazione in vari tipi di lavori pratici come il rinnovamento di edifici, riparazione di abbigliamento e macchinari e un insegnamento generale di matematica, lingue e musica. Inoltre, c’è una pianificazione di eventi e altri eventi culturali e sociali che diventa una risorsa per il paese e le zone limitrofe. Ciò significa che le due comunità si sono riuscite ad integrare e a collaborare per un obiettivo comune. Ciò ha avuto due effetti positivi paralleli.
Rinascita:
I rifugiati hanno ritenuto che fossero i benvenuti così e acquisito la padronanza dell’apprendimento di nuove competenze. Questa affiliazione, ha fatto si che i migranti si sentissero a casa e mettessero su famiglia. L’altro effetto positivo è stato che i locali hanno sperimentato come i nuovi arrivati hanno rinnovato il paese ed edifici fatiscenti dando una nuova vita al paese, essendo che anche esso ha subito il fenomeno delle emigrazioni degli anni 60. Così una città morente divenne viva e di nuovo in crescita.